mercoledì 5 agosto 2015

Sesta Tappa da Granada a Cordoba e Cabo de Gata



Nel nostro viaggio verso ovest non avevamo previsto la fermata a Cordoba.Nella realtà dei fatti in cui tutto il giro viene ripensato ogni giorno in base alla data di riconsegna della moto dobbiamo necessariamente pensare di tornare verso est. Sfruttiamo questa occasione per passare una giornata a Cordoba e recuperare la mancata visita nel parco nazionale di Cabo de Gata.
Nell’immancabile visita alla Mezquita rimaniamo entusiasti di quella che al tempo era la moschea più grande del mondo. La sua struttura, ampliata più volte nel corso della storia, grazie all’uso degli archi che delimitano le navate ci ricorda l’infinito. Le cappelle situate sui lati esterni sono il segno evidente del passaggio del potere al mondo cristiano, ma ciò che ci impressiona di più è la Capilla Major che amplifica il passaggio dai giochi di chiaroscuro creati appositamente dai sovrani mussulmani, alla luce bianca richiesta nelle chiese cristiane.




Ma Cordoba non è solo la Mezquta e la Juderia con i suoi patio, giardini interni alle abitazioni, merita senz’altro una passeggiata.



Pranziamo al sacco lungo il fiume in compagnia di due ciclisti tedeschi con i quali condividiamo l’ombra di uno dei pochi alberi presenti, che forse aspettano ancora di ripartire per avere una temperatura più favorevole.
Ma nel “viaggio  delle cose difficili” sulla strada assolata che da Cordoba va verso Granada, anche la macchina sembra piantarci in asso iniziando ad illuminare qualunque spia di servizio e intimandoci di fermarci. Francesco inizia a ridere in maniera isterica, men ter Serena è colta dalla disperazione. Dopo circa 10 minuti la ventola smette di girare e la macchina torna a funzionare regolarmente. Forse colpa dei 43 gradi e delle centinaia di chilometri di autostrade, un sensore aveva rivelato un surriscaldamento limitando la velocità a 30 km orari.
Arriviamo in tarda serata a San Jose, paese del parco nazionale di Cabo de Gata, dove piantiamo la tenda in un bel ca,mpeggio che sarà la nostra base per il prossimi due giorni.
Per viaggiare su due ruote, il mattino seguetne noleggiamo due mountain bike che ci permetteranno di esplorare al meglio il parco e le sue spiagge e di tenere la gamba allenata per il nostro sport: il triathlon. Con un giro di circa 50 km su asfalto e sterrate compiamo il periplo del promontorio che delimita verso ovest il parco, visitando le saline, il faro, e tante spiagge da sogno raggiungibili solo a piedi. Rimaniamo nuovamente colpiti dall’assenza di qualunque tipo di costruzione all’interno del parco e dell’ottimo stato di conservazione di spiagge e scogliere agevolato dal divieto di transito peri i veicoli privati.







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