Il viaggio prosegue verso Porto dove alloggeremo in un
appartamento vicinissimo al centro storico e commerciale della città.
Dopo aver
fatto la spesa nel mercato locale, che a dir la verità non ci ha molto convinti
per via dei prodotti di non elevata qualità e per la presenza massiccia di
turisti, iniziamo la nostra visita alla città.
L’unico spostamento con la macchina
avviene per recarci al concessionario Honda della zona, dove avevamo ordinato i
pezzo di ricambio del contachilometri, che saranno successivamente assemblati
dal meccanico di Evora che sta riparando la moto.
Da non perdere la visita al
palazzo della Bolsa, il quartiere della Ribeira e la vista che se ne gode dal ponte
Don Luis I che attraversa il Douro collegando Porto a Vila Nova de Gaia dove sono
situate le cantine in cui si produce il vino omonimo con le uve provenienti
dalla regione dell’alto Douro che
avremmo intenzione di visitare nei prossimi giorni.
A pochi metri da dove
alloggiamo si svolge il festival della “Francesinha” che assaggiamo per rendere
onore alla gastronomia locale. Si tratta di un’antica ricetta del 1953 composta
da due fette di pane tostato che racchiudono salsiccia fresca e piccante di
maiale, formaggio fuso, carne di vitella; il tutto ricoperto ancora da
formaggio fuso e una squisita salsa a base di pomodoro leggermente speziata.
Insomma una bomba calorica che accompagnata dalla fresca birra Sagres,
rappresenta un ottimo pasto completo.
Il pomeriggio scegliamo la cantina “Ramos Pinto” che per
soli 6 euro ci permette di prendere parte alla visita guidata della cantina
stessa e di assaggiare due qualità di Porto diverse: il White e il Tawny. Siamo
talmente conquistati da questo vino da meditazione che decidiamo di farcene
spedire a casa sei bottiglie per noi e per i nostri parenti. Durante la visita
ci viene illustrato come viene prodotto il Porto nelle sue varie qualità.
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