venerdì 21 agosto 2015

Dodicesima tappa: da Lisbona ad Evora



Per uscire da Lisbona è necessario attraversare uno dei due ponti sul fiume Tejo; la nostra strada passa per quello chiamato 25 Aprile (data della liberazione dalla dittatura di Salazar) che è una copia del più famoso ponte di San Francisco, visto che è stato costruito dalla stessa ditta. L’altro è il ponte Vasco de Gama che abbiamo solo osservato da lontano  e che con i suoi 17 chilometri è il ponte più lungo d’Europa.
Con un breve trasferimento arriviamo ad Evora, dove, piantata la tenda nel campeggio municipale, ci dedichiamo alla visita della città. La macabra ma suggestiva Cappella degli ossi e la cattedrale sono due delle gemme di questa bella cittadina medioevale ancora interamente cinta da mura. Acquistiamo in una gastronomia, rinomata tra la gente del posto, delle crocchette di baccalà e formaggio, gamberetti e formaggio, pollo e spinaci, specialità della cucina portoghese che saranno il nostro pranzo e che accompagneremo con dell’ottima Sagres, la nostra birra industriale portoghese preferita. 





Il pomeriggio ci rechiamo a visitare i suggestivi Megaliti che si trovano a 10 km di distanza dalla città. Torniamo alla moto e… Africa ci tira il secondo scherzo del viaggio! Il motorino gira, ma la moto non parte… DISPERAZIONE!!! in quello che ancora una volta si rivela IL VIAGGIO DELLE COSE DIFFICILI. Francesco esegue i controlli di routine: interruttori ok, benzina ok, fusibili ok, batteria ok… ma la moto non ne vuole sapere di accendersi.

 Visto il luogo sperduto e l’ora tarda, accettiamo un passaggio da una coppia di simpatici Belgi che ciaccompaganano al concessionario Honda proprio dietro al nostro campeggio. Imploriamo aiuto al capo officina, il quale nonostante stia chiudendo, ci accompagna a recuperare la moto con il suo furgone.



In una prima analisi il problema sembra legata alla pompa di benzina (anche se Francesco è dubbioso dato che era stato cambiato il kit delle puntine prima della partenza). Fatto sta che siamo nuovamente fermi e stavolta presi ancora di più dalla disperazione. La mattina seguente Africa è di nuovo smontata e le notizie non sono buone dato che non arriva corrente alle candele. Escluse l’ipotesi dei pick – up e di qualche contatto mancante non rimane che incolpare la centralina. Il problema è che non è facile reperirla come ricambio sopratutto in Portogallo il 1 di Agosto (quante volte Francesco avrebbe voluto acquistarne una di ricambio e portarla con sé?!?). Il meccanico si offre di provare a cercarla e nel frattempo contatta la Honda per una eventuale riparazione di quella montata, ma essendo venerdì ci dice che dovremo aspettare almeno martedì per ripartire. Passata l’enorme delusione, decidiamo ancora una volta di ricorrere alla macchina a noleggio dell’assicurazione per poter comunque visitare i luoghi che avevamo deciso.
Detto fatto e poche ore dopo siamo nuovamente in viaggio con il terzo mezzo. Voi cosa avreste fatto? Alla fine conta anche quello che si riesce a vedere in un viaggio, non solo come ci si sposta. Non nascondiamo che passare davanti al concessionario con la macchina ci fa però un’ enorme tristezza.

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